VISITA GUIDATA AL PARCO DI VILLA PALLAVICINI A PEGLI

 

La visita al parco di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli è stata proposta a seguito di due lezioni tenutesi durante i Corsi di Cultura di quest’anno e relative ai Parchi Liguri e al Paesaggio che traduce un’idea immateriale.

Si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 29 maggio ed è durata tre ore, oltre al tempo del trasferimento in treno da Chiavari a Pegli,fino  alla comoda stazione, adiacente al Parco e fatta espressamente costruire dallo stesse marchese Ignazio Pallavicini, committente e ideatore del Parco tematico.

E’ stata scelta l’esperta guida turistica  Lidia Schichter , che fin dalla riapertura del famoso giardino, nel 2017, accompagna gruppi nel percorso scenografico – teatrale- filosofico attraverso il giardino romantico ottocentesco, realizzato tra il 1840 e il 1846, su ideazione e progetto  comune del citato marchese Pallavicini, proprietario della villa di Pegli e dell’architetto Michele Canzio, scultore, decoratore e qualificato scenografo del Teatro Carlo Felice, fin dalla sua apertura nel 1828.

Per godere di tutti gli spazi accuratamente restaurati e comprenderne il senso e le motivazioni alla loro impegnativa realizzazione, è stato scelto di seguire il percorso più ampio e dettagliato e più ricco di spiegazioni. Si è partiti dalla terrazza della Villa, quella su cui affaccia la “sala ovale” (dall’uovo infatti tutto inizia) e da lì ci si è incamminati, con la guida attenta e accurata di Lidia Schichter, sul viale Gotico, che ha alle sue spalle, come quinte teatrali, le eleganti bifore di una Chiesa gotica ricostruita e che, salendo, ci conduce al viale dell’Arco di trionfo, spazio cittadino per eccellenza, dominato dall’organizzazione razionale dello spazio e per questo molto evocativo del centro parigino.

Il viale si conclude con la splendida costruzione neoclassica dell’Arco di trionfo, portatore di significati legati ai trionfi in guerra, ma già anticipatore, sui rilievi dei suoi medaglioni, di futuri scenari molto più connessi con la natura, come aveva bene intuito, in una sua visita, Emanuele Luzzati.

Il Parco, votato come il più bello d’Italia nel 2017, ci introduce infatti, fin dal retro della stessa costruzione dell’Arco di trionfo, in un contesto decisamente campestre, che ha per sfondo una costruzione rustica, forse un eremo o una casa rurale. Da lì inizia infatti la prima scena del Primo Atto, così, come in uno spettacolo vengono denominate le diverse sezioni del giardino, che nella natura ci fa inoltrare sempre più, facendocene apprezzare i colori e i profumi.

La seconda scena è costituita dal Parco dei divertimenti, indispensabili a farci riprendere contatto con la nostra più intima natura: quella del bambino che è in noi e che ama giocare. La terza scena del Primo Atto, tutto incentrato sulla natura, ci conduce al Lago vecchio e poi alla Sorgente: luoghi affascinanti di acque e di rigogliose e maestose piante.

Dopo esserci rinfrancati grazie all’immersione nel verde e nelle acque rigeneratrici, si può riprendere a salire (il parco è scavato sulle pendici di un monte) per recuperare il senso della storia attraverso l’osservazione delle vestigia medievali rappresentate da un borgo fortificato in lontananza, da una vicina cappelletta mariana e dal Castello del Capitano, dove si può entrare e godere le luci intense, simboliche e insieme naturalistiche, delle  splendide vetrate gotiche ‘alla francese’, nella sala superiore del Castello. Questo è il punto d’arrivo della grande salita e da lì si può godere di un bellissimo e vasto panorama verso il mare e le alture attorno a Pegli.

Dal Castello si esce dall’apertura opposta a quella d’ingresso e si ridiscende per un altro itinerario (mai infatti si deve tornare semplicemente indietro, sui nostri precedenti passi!) e ci si avvia verso il mausoleo del Capitano, già signore feudale e travolto dagli stessi eventi bellici a cui si era dedicato.

Dopo aver attraversato le grotte dantesche (ora in restauro), che costituiscono la prima scena dell’Atto terzo, la Catarsi, si va verso il Lago grande, dove convivono in piena armonia le diverse civiltà del mondo, testimoniate da bellissime ricostruzioni di un ponte romano, un tempio cinese, un tempio di Diana, splendido in mezzo al lago, e tra le verdi fronde spicca un bel busto del geniale artefice Michele Canzio.

Per vialetti alberati in piacevole, leggera discesa, si giunge al meraviglioso Giardino di Flora e  al sito della Rimembranza di quanto di meglio hanno espresso le culture umane nella storia, per approdare infine ai giochi d’acqua, con la loro giocosa simbologia di vita e di continua rinascita.

Tutti i partecipanti hanno unanimemente apprezzato la visita e la guida che l’ha condotta e ne hanno lasciato testimonianza, quale gruppo dei Corsi di Cultura di Chiavari, sul registro delle presenze collocato alla fine del percorso.

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