FESTIVAL DELLA PAROLA – Tra realismo e trasfigurazione mitica: Elena Bono e Alberto Salietti.

Venerdì 31 maggio 2019  alle ore 16.00  in Sala Livellara abbiamo dato piena attuazione all’idea promossa dai Corsi di Cultura nell’ambito della programmazione generale del Festival della Parola 2019: l’evento incentrato sul tema       “ Tra realismo e trasfigurazione mitica: Elena Bono e Alberto Salietti” ha suscitato notevole interesse nel pubblico, al di là di ogni più rosea aspettativa.

Molte sono state le persone presenti e partecipi per ben oltre due ore, coinvolte e piacevolmente attratte dalle relazioni di Daniele Lazzarin sulla figura di Esterina Rossi Lanata presente in Montale, e  di Elvira Landò, profonda conoscitrice e amica  di Elena Bono, sui paesaggi liguri di  “Fanuel Nuti”, e non solo; sono state apprezzate anche le letture dell’attrice Daniela Franchi  che hanno accompagnato i vari interventi.

Ricche di emozioni sono state le proiezioni di alcune foto di Elena in età giovanile, rese disponibili dall’arch. Benedetto Resio, presente per l’occasione con la sua memoria, e la partecipazione di Eugenia Galardi, entrambi intimamente vicini a Elena in momenti fondamentali della sua vita.

Ricordando poi vicende della storia culturale della città, attuali per la poetessa e vive ancor oggi, l’incontro è stato inoltre arricchito da stimolanti interventi di personalità di grande spessore artistico, che non solo hanno accettato il nostro invito ma hanno anche animato il dibattito sull’opera di Alberto Salietti e sulle prospettive attuali dell’arte; sono intervenuti o hanno offerto la loro testimonianza Roberto Altmann, l’arch. Bruno Ronco, Sandro Ellena, il maestro Luiso Sturla, Alpini, interprete del rapporto tra arte e scienza,  Rosalba Falcone….

C’è stato spazio anche per un giovane pittore emergente Michele De Robertis.

Al termine di tutto possiamo esprimere la nostra soddisfazione per aver creato l’opportunità di far vivere al numeroso pubblico presente un pomeriggio intenso e vivace, colto e fruibile senza cadute nell’accademismo, valorizzato anche dall’esposizione di alcune opere originali di Alberto Salietti.

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